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In un momento in cui i dati e le informazioni personali diventano il nuovo petrolio e, parallelamente, la cultura globale ha fatto propria l'idea di un'esistenza virtuale di pari dignità di quella reale, mentre i cittadini di ogni latitudine creano una narrazione continua del sé seminando dati sensibili attraverso i social media, che a loro volta diventano motore per una serie di nuove piaghe sociali, come l'epidemia di suicidi tra adolescenti che non vedono rispettata la loro riservatezza, o il cyberbullismo, è giunto il momento di trovare alcune risposte alle domande di una contemporaneità che quasi sfugge al presente e che già slitta nelle sue conseguenze. Questo libro si propone quale strumento di innovazione culturale e sociale: facendo luce sugli aspetti normativi da una parte, da un'altra su quelli deontologici, attraverso il particolare punto di vista della psicologia forense, per poi approdare a una visione d'insieme che, se da un lato fornisce informazioni utili per orientarsi ed autoregolarsi nella giungla del web e dei social network, dall'altro propone nuovi paradigmi per creare una cultura della riservatezza multilivello capace di educare la nostra società a trasformare i circoli viziosi del digitale in opportunità per sviluppare valore.